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Articolo ironico tratto da: rolandfan.wordpress.com/2014/02/03/alcuni-fenotipi-di-donne-da-evitare-assolutamente/
CITAZIONE Alcuni fenotipi di donne da evitare assolutamente
Nella fase conoscenza-interesse-amore, le donne sembrano tutte uguali. Tutte belle, perfette, amorose. Il cervello dell’uomo, ottenebrato dal testosterone e dalla spinta alla riproduzione, non riesce ad analizzare con sufficiente lucidità le caratteristiche comportamentali della persona che ha di fronte, in alcuni casi commettendo l’errore esiziale di sposare e riprodursi con una donna assolutamente inadatta a lui. E allora, dall’alto della nostra pluriennale esperienza, vogliamo qui elencare alcune tipologie di donna da evitare, anche al costo di rimanere scapoli per tutta la vita (no, non sto suggerendo che TUTTE siano da evitare). Cercheremo anche di indicare i segnali precoci che possono portare a identificare il temibile personaggio, e possibilmente qualche consiglio per liberarsene, qualora possibile.
1. La donna-geisha La donna-geisha è subdola. Essa è la rappresentazione vivente del famoso detto: “Il sentiero che porta all’inferno è lastricato di buone intenzioni”. Apparentemente è perfetta. Quando rientrate la sera stanco, vi massaggia i piedi con delle pozioni saline miracolose. Se avete caldo d’estate, si mette al vostro fianco e vi sventola con un ventaglio tenendo in mano un sacchetto di ghiaccio per raffreddare la vostra temperatura corporea. Se volete un caffè macchiato, non dovete neanche chiederlo, lei sa quando è il momento di portarvelo. Quando siete al computer intento a lavorare (in realtà state guardando dei siti porno, ma lei non sbircia mai), compare silenziosamente con aperitivo, patatine al mais e olive. E aspetta che finiate per portare tutto via lasciando la scrivania immacolata. Quando si fa l’amore, la donna-geisha prepara sempre prima la stanza con incensi, candele, e musica dìatmosfera, e si cosparge il corpo con oli ed essenze profumate. Quando siete con gli amici, qualsiasi stronzata diciate, la donna-geisha sorriderà armoniosamente, e starà al vostro fianco adorante, neanche foste John Lennon e lei Yoko Ono. Insomma, la donna-geisha sembrerebbe apparentemente perfetta, tranne che…vi sta sempre attaccata ai maroni. Se c’è la finale di coppa, e l’unica gioia che contemplate è il trittico birra-rutto libero-tifo indiavolato, la donna-geisha vi si mette malinconicamente vicino come la Signora Pina con Fantozzi, e dato che non capisce una mazza di calcio sorride sempre nei momenti sbagliati facendovi salire la pressione. Se giocate a Ruzzle infervorati contro un genio del male che non riuscite mai a battere, la donna-geisha vi sussurra all’orecchio “epistassi”, facendovi perdere un minuto e mezzo prima che vi rendiate conto che le due “s” sono separate da una “z” e una “w”. Se per errore (ci mancherebbe) guardate con lascivia una donna che ha 15 anni meno di voi, la donna-geisha vi mette in imbarazzo davanti a tutti dicendo: “carina vero? una gran bella ragazza”, facendo capire a tutti che siete un vecchio porco. La donna-geisha alla lunga sviluppa il vostro istinto omicida come poche altre donne.
Come individuarla per tempo: la donna-geisha al primo appuntamento non parlerà, e vi guarderà per tutto il tempo con gli occhioni spalancati, anche se non siete proprio Richard Gere. Da quel momento in poi, non riuscirete più ad uscire di casa senza portarvela dietro. Come liberarsene: idranti di acqua gelata, non ci sono altri rimedi.
2. La donna-lavatrice Si sarebbe potuta chiamare anche donna-lavastoviglie, oppure donna-armadio-a-muro. E’ una grande categoria che racchiude tutte le donne che appena entrano dentro casa devono mettere su la lavatrice, o sistemare le cose nell’armadio, pulire il bagno, passare l’aspirapolvere. Tutto questo con indosso cappotto, stivali, e cappello. Già, non si spogliano neanche, non ti baciano se sei a casa, non chiedono ai figli com’è andata. Come varca la soglia di casa, la donna-lavatrice viene presa da una rabbia interiore, per aver lasciato qualche lavoro di casa a metà, che non si placa se non dopo aver lanciato la lavatrice, scongelato l’arrosto, buttato l’immondizia, tolti ad uno ad uno tutti i peletti dal divano. Solo allora la donna-lavatrice va a spogliarsi, guardandovi con odio, perché tutto ciò potevate farlo voi. Ovviamente la donna-lavatrice dimentica di quando voi avete passato lo straccio per pulire i pavimenti, e lei lo ha ripassato perché “avevate dimenticato gli angoli”, oppure di quando avete rifatto il letto, e lei lo ha disfatto lanciando cuscini, federe e lenzuola in aria con rabbia, perché “ci sono più grinze sul letto che rughe sulla faccia di tua madre”. Sì, perché la donna-lavatrice non vuole in realtà che la si aiuti, bensì che l’uomo sia ignavo e accidioso, in modo da potergli sbattere in faccia ogni giorno quanto egli sia inutile.
Come individuarla per tempo: la invitate a casa vostra, e la prima cosa che fa è togliere dal vostro letto tutta la collezione dei Fantastici Quattro che stavate rileggendo e rimetterla a posto. Come liberarsene: assumere una donna di servizio che tiri la casa a lucido. Scomparsa la sua ragione di esistere, la donna-lavatrice si autoeliminerà silenziosamente.
3. La donna-chioccia Altra categoria subdola, di difficile individuazione. La donna-chioccia prima del matrimonio è semplicemente perfetta. Vi adora, ma non vi idolatra. Esce con voi e con gli amici e beve la sua birretta, e all’occorrenza partecipa alla gara di rutti. Capisce quando volete stare tra uomini per il calcetto e la serata a sparare cazzate. Viene al cinema con voi a vedere Star Trek anche se la fantascienza la fa cagare. Appena si entra dentro casa ci si può fare l’amore senza neanche dover arrivare alla camera da letto, e senza mal di testa, indisposizioni, Grey’s Anatomy e simili. La donna-chioccia vi concede il matrimonio sobrio, in comune, senza vestito con lo strascico, senza dover invitare tutti i suoi parenti, senza il fotografo ufficiale e le bomboniere di Raspini. La donna-chioccia insomma è la donna ideale, finché non nasce il primo figlio. A quel punto si trasforma improvvisamente in mamma, e voi, semplicemente, non esistete più. Potete girare per casa nudi con uno sturalavandini in testa, e lei non vi noterà. Potete andare in trasferta per lavoro per un mese, e quando tornerete non saprà neanche che siete stato via. Potrete mettere in piedi tutte le strategie più sofisticate per convincerla a fare l’amore, ma ci sarà sempre la pappa del bambino, la cacca del bambino, il pianto del bambino, la febbre del bambino, il bambino e basta, ad impedire anche un frugale accoppiamento. La donna-chioccia si accorgerà di nuovo di voi solo quando la natura le comunicherà che è arrivato il momento di fare un altro figlio, e passerete un breve, illusorio, momento di passione, durante il quale ella vi violenterà in tutti i modi possibili e immaginabili, vi porterà la cena a letto, verrà con voi a vedervi giocare a golf, inviterà a cena i vostri genitori. Tutto ciò, chiaramente, finirà insieme alle mestruazioni. La donna-chioccia, infine, ridiventerà la vostra donna ideale intorno ai 65 anni, quando i figli saranno grandi e lei non avrà più niente da fare. Peccato che voi ormai abbiate due o tre fidanzate trentenni, e non vorrete cambiare la situazione.
Come individuarla per tempo: ci vuole attenzione, non è semplice. Quando siete al ristorante, o in vacanza, guardate se gira sempre la testa per seguire i bambini, oppure se si ferma a sorridere ad una neomamma, oppure se è quella che organizza sempre i giochi in spiaggia per tutti i bambini dello stabilimento. Come liberarsene: se avete risorse economiche sufficienti, ci si può convivere, facendole fare tre o quattro figli, e poi passando tutto il tempo a casa dell’amante-geisha.
4 La donna-uccellino La donna-uccellino è minuta, delicata e leggiadra. Questo è ciò che vi farà invaghire di lei, e che vi fregherà. Mangia come un uccellino, dorme come un uccellino, parla come un uccellino, insomma a parte le tette (poche) è un uccellino. Se la portate nel più costoso ristorante che il dio Michelin possa contemplare ordinerà una foglia di verdura scondita, e non la finirà nemmeno. Il bieco ristoratore vi presenterà comunque un conto di 500 euro a testa, mica si fa pagare a peso lui. A teatro la donna-uccellino non batte le mani, ma le sfiora leggermente l’una contro l’altra, che se il pubblico fosse composto unicamente di donne-uccellino il rumore complessivo sarebbe analogo a quello di un’automobile elettrica sull’asfalto. Quando volete fare l’amore la donna-uccellino è un problema. Intanto non esistono posizioni che non le procurino come minimo lividi in ogni dove, e in un paio di occasioni – che lei graziosamente vi ricorda tutte le volte – le avete fratturato l’ulna. A dispetto delle dimensioni poi, i suoi improvvisi mal di testa invalidanti sono paragonabili a quelli di un elefante indiano, e comportano istantaneamente la serrata di tutti gli infissi, l’eliminazione di qualsiasi rumore e l’allontanamento dell’importuno satiro. In settimana bianca la donna-uccellino rimane in albergo perché la neve la fa ammalare, al mare rigorosamente sotto l’ombrellone perché il sole la ustiona, in campagna chiusa in casa perché gli insetti la massacrano. La donna-uccellino è allergica a qualsiasi sostanza chimica possiate nominare, cibi, medicine, pollini e acari. A malapena tollera il suo stesso sangue. Insomma, la donna-uccellino è minuta in tutto, ma rompe i coglioni come uno pterodattilo.
Come individuarla per tempo: le dimensioni fisiche sono un indicatore abbastanza chiaro. Poi invitatela a cena e proponetele una serata a base di amatriciana e fiorentina al sangue. Il bluff si svelerà immediatamente. Come liberarsene: non c’è modo, tranne assoldare un killer. E’ perniciosissima. Potevate portarla al ristorante, prima.
5. La donna-artista La donna-artista è un essere talentuoso, che per misteriosi (o forse non tanto misteriosi) motivi ha deciso di farvi dono della sua esistenza. E’ brava, bravissima, molto più brava di voi, che di sicuro avete aspirazioni altrettanto ambiziose ma che ovviamente non siete alla sua altezza, altrimenti non si sarebbe messa con voi. La donna-artista fa innamorare chiunque, basta che lo voglia. Peccato che voi non vi siate chiesti perché invece di far innamorare un genio come lei, abbia scelto voi. Noi lo sappiamo: perché siete una mezza tacca. Se voi scrivete racconti, lei ha pubblicato quindici romanzi con Feltrinelli; se avete una band rock, lei è un soprano di fama internazionale; se dipingete, lei ha esposto al MoMA; se avete una passione per la fotografia, lei ha fatto le ultime venti copertine di Vanity Fair. Lei però non vi umilierà mai, anzi, vi inciterà a continuare, e vi darà preziosi consigli, che non serviranno a nulla ovviamente perché voi non avete il suo talento, ma saranno indispensabili per farvi continuare a dibattervi inutilmente in un campo in cui non siete portati, e alimentare il suo ego. Se foste un ingegnere edile, che progetta grattacieli, non sareste così interessanti. No, lei vuole che voi siate come lei, ma un po’ meno di lei. Un po’ molto meno. Se disgraziatamente un vostro racconto viene pubblicato, lei farà finalmente uscire la pentalogia che tiene nel cassetto da dieci anni; se la vostra band viene scritturata per una serata al palazzetto dello sport di Rocca Priora, lei farà carte false per cantare al Metropolitan; se riuscirete a fare una piccola mostra in una minuscola galleria d’arte di Velletri, lei occuperà tutto il primo piano della Modern Tate con una retrospettiva. Vi avverto: non c’è modo per staccarsi da una donna-artista, né di averla vinta con lei. Forse, con uno sforzo supremo di volontà, la potreste lasciare per una pesciarola di Fiumicino, ma non abbassate la guardia: potrebbe decidere di investire in una flotta di pescherecci.
Come individuarla per tempo: a casa sua non ha pareti verniciate. Sono completamente tappezzate di foto di lei. Lei con il Maestro; lei con il Guru; lei con il Papa; lei con Obama; lei con lei. Scappate subito. Come liberarsene: pubblicate un romanzo da Nobel, lei non potrà sopportarlo, e si suiciderà. Non siete in grado di scrivere un romanzo da Nobel? Allora ve la meritate.
6. La donna-IKEA In assoluto la donna-IKEA non è poi così male. Diventa devastante se abbinata all’uomo-divano. Se siete un uomo-divano, e la vostra idea di appendere i quadri è chiamare un operaio specializzato, la donna-IKEA può rovinare definitivamente la vostra già grama esistenza. La donna-IKEA è in grado di montare una cucina lineare di 5 metri in due ore, senza leggere le istruzioni e senza che avanzino pezzi. Neanche una rondella. La donna-IKEA può mettere le catene alla vostra auto in 5 minuti, compresa la pausa caffé tra uno pneumatico e l’altro. La donna-IKEA sa aggiustare le serrande, sistemare gli infissi, regolare la carburazione, smontare e rimontare la Nespresso come Tex Willer faceva con il suo Winchester. La donna-IKEA possiede un set completo di brucole, viti, trapani, martelli, bolle, e seghetti alternati. Quando la donna-IKEA incontra un uomo-IKEA, scatta un’allegra competizione, e insieme sono in grado di riprodurre nel giardino di casa una versione 1:1 del Taj Mahal con i Lego. Ma se la donna-IKEA decide di dedicarsi ad un uomo-divano, la vita di costui sarà segnata. Il suo ruolo nella vita coniugale sarà sempre secondario: reggerà martelli, si sdraierà a terra per permettere alla sua donna di salire un pochino più in alto, passerà viti e cacciaviti, sorreggerà pesantissimi tondini da 12, chiedendosi perché non ha incontrato nella sua vita una donna-uccellino. Inoltre la donna-IKEA ha tendenze un po’ maschili, e quindi non disdegnerà, quando siete con i tuoi colleghi, di sputtanarvi davanti a tutti bevendo l’ennesima birra.
Come individuarla per tempo: quando la state accompagnando a casa dopo la prima cena, se avete qualche sospetto pronunciate la frase “forse ho bucato”. Se lei scende al volo dalla macchina brandendo la vostra scatola degli attrezzi, ingranate la marcia e scappate il più lontano possibile. Il prezzo di una nuova scatola degli attrezzi – che tanto non sapete usare – sarà ripagato da una vita più serena. Come liberarsene: dovete rassegnarvi a portare un po’ di corna. Farà male all’inizio, ma vi assicuro che poi mi ringrazierete. Provocate ripetuti danni al vostro sistema fognario, e convincete la donna-IKEA che stavolta da sola non ce la può fare. All’arrivo dei due o tre energumeni che dovrebbero smontare tutto il vostro appartamento per trovare il guasto, defilatevi con una scusa. Se siete fortunati, uno di questi vi farà il favore di portarsela via.
7. La donna-lonelyplanet La donna-lonelyplanet è uno di quei casi – purtroppo frequenti – di degrado nel tempo di un soggetto potenzialmente interessante. Quando voi e la donna-lonelyplanet vi mettete insieme, di solito intorno ai 16/17 anni, lei è una fanatica del viaggio zaino in spalla. Conosce tre lingue, ha gli indirizzi di tutti i pub di Dublino, l’abbonamento Interrail decennale, e la tessera degli ostelli della gioventù. La donna-lonelyplanet ama dormire in tenda nei giardini pubblici, fare l’autostop da Barcellona ad Alicante, mangiare il pesce gatto in quel particolare locale di New Orleans, lavare i piatti a Santorini per ripagarsi il traghetto. La donna-lonelyplanet è in genere alta, snella, senza un filo di trucco, sprizza energia positiva da tutti i pori, porta i jeans come se le fossero stati cuciti addosso, e vi fa sognare di fare l’amore con lei tutta la notte, con quei morbidi capelli che le cadono sulle spalle. Questo fino ai 20-25 anni. Poi vi sposate, fate tre figli, cominciate ad avere qualche problema di sciatica, qualche chilo di panzetta, servono gli occhiali, i bambini hanno diverse allergie combinate, ma la vostra donna-lonelyplanet vi convincerà che quell’hotel 5 stelle con la SPA che avete prenotato a Cortina fa schifo, e poi, distrugge l’ambiente. Prenota perciò un faro sulla costa della Cornovaglia, senza riscaldamento, senza cucina, e soprattutto senza bagno. Andrà raggiunto rigorosamente in treno, con un viaggio di tre giorni, trasportando tre bambini, otto zaini, due passeggini, e la chitarra, perché senza una bella schitarrata al chiaro di luna che vacanza è? Arrivati al faro, la donna-lonelyplanet sa già quale ristorantino del porto ha il pesce più fresco, quale museo ospita un pezzo della nave che l’Ammiraglio Nelson fece schiantare sulle coste francesi, la bottega che vende i fossili di ammonite più grandi del mondo. Ad ogni vacanza, e ad ogni anno che passa, l’entusiasmo della donna-lonelyplanet per le vacanze “fai-da-te” cresce sempre di più, mentre i vostri testicoli rischiano di non essere contenuti più neanche da un tir della DHL. Fate qualcosa, prima che uccida voi e i vostri figli.
Come individuarla per tempo: facile. Emette segnali chiarissimi che non potete mancare di notare. Non ha paura di andare a fare la cacca in campeggio alle 12, ostentando orgogliosamente un rotolo di carta igienica; sorride alla vista degli scarafaggi nell’ostello di Hannover; chiede un passaggio in autostop e dieci secondi dopo sta cantando a squarciagola tutte le canzoni dei Beatles insieme al guidatore, un camionista di Liverpool che le piazza una mano sulla coscia per tutto il tempo. Cose così. Come liberarsene: avete presente il faro? Di solito dalla terrazza alle rocce ci sono circa 30/40 metri. Io non vi ho detto nulla, eh!?
8. La donna-tuttosesso Pericolosissima categoria, forse seconda solo alla famosa “donna-profumiera” di cui costituisce nemesi e opposto. La donna-tuttosesso salta a piè pari le convenzioni, le schermaglie amorose, la fase cena-cinema-Pincio, le prime timidezze, la regola del “la prima sera mai”, e quando la andate a prendere a casa vi tira dentro e non ne uscite finché non avete bisogno dell’autorespiratore solo per arrivare alla macchina. Le uscite successive, o meglio, le entrate successive perché di casa non si esce mai, seguono lo stesso spartito, e in breve l’uomo medio sviluppa una dipendenza ormonale che lo porta rapidamente al matrimonio. Si potrebbe erroneamente pensare che la donna-tuttosesso, una volta incastrato il povero malcapitato, cambi radicalmente atteggiamento. Magari. Invece la donna-tuttosesso pretende di chiudersi con il marito in uno sgabuzzino prima, dopo, e se non fosse per il prete che si incazza anche durante la cerimonia. Il viaggio di nozze è uno spreco di danaro, in quanto i due sposini lo passano interamente chiusi nella suite imperiale prenotata da lui per fare bella figura, di cui però utilizzano solo uno spazio di 200×180 cm, dotato di materasso e lenzuola. Tornati a casa, il loro nido d’amore, lo sposo impiega tre giorni prima di riuscire a disfare le valigie, a causa dei continui assalti della neosposina. A questo punto capisce, un po’ in ritardo a dire il vero, che il futuro si presenta gramo se non pone rimedio alla situazione. Se state pensando ad una flotta di amanti, che dire, è una soluzione.
Come individuarla per tempo: lo avete fatto. Ma siete uomini. Il vostro cervello è delocalizzato nelle parti basse. Una volta neutralizzato, non riesce più a pensare. Come liberarsene: complicato, il vostro organismo non può farne a meno, ma disintossicarsi è possibile. Metodi palliativi: flotta di amanti; fare dieci figli; ingerire quantità colossali di bromuro; ingrassare di 50 chili facendosi contestualmente crescere la barba e diradando le docce da una al giorno a una al mese. Metodi definitivi: bobbittizzazione volontaria. Lo so, sembra brutto, ma funziona.
Se siete arrivati fino in fondo ridendo, siete uomini. E probabilmente gli unici amici che mi sono rimasti. Articolo ironico tratto da: rolandfan.wordpress.com/2014/02/06/la-donna-profumiera/
CITAZIONE Nel mio recente post su “Alcuni fenotipi di donne da evitare assolutamente”, che potete leggere qui (rolandfan.wordpress.com/2014/02/03/alcuni-fenotipi-di-donne-da-evitare-assolutamente/ NdR), ho citato en-passant la donna-profumiera senza darne una descrizione. Da più parti mi è giunta la richiesta di chiarire in cosa consista questa tipologia di donna. Avrei voluto rispondere che la descrizione della donna-profumiera non ci sta bene in un post concepito come “avviso ai naviganti”. Che è bene che ogni uomo si vaccini contro i danni da donna-profumiera, e che vaccinandosi eviterà contagi più gravi. Ma siccome alla fine mi sono detto “chi sono io per fare il paternalista”, ecco svelato l’arcano. Non dite che non vi avevo avvertito, però.
La donna-profumiera è il tipo di donna più universalmente diffuso, infatti ella è semplicemente una donna. Potrebbe sembrare un’affermazione tautologica, ma è la pura e semplice verità. TUTTE le donne, in un dato momento della loro stagione, sono o saranno donne-profumiere. Nessuna esclusa. Poi si trasformeranno in qualcos’altro, in una donna-chioccia, una donna-lavatrice, in uno qualsiasi dei millemila fenotipi noti all’uomo (o anche in uno a egli ignoto). Ma in quel preciso momento della sua vita, per voi, e solo per voi, una donna sarà una donna-profumiera. Per quanto ogni uomo che abbia superato l’età della ragione (attestato secondo gli ultimi studi intorno ai 45/50 anni) sappia di cosa parliamo, è meglio ribadire che la donna-profumiera è solo una fase temporale di una donna. Si pone infatti in quel preciso passaggio che porta la donna verso una specializzazione ulteriore, che comunque ognuno di noi conosce e apprezza, tutto sommato. Sì, perché la donna-geisha, la donna-uccellino, la donna-artista, etc hanno tutte una cosa in comune: ve l’hanno ormai data. Poi possono diventare insopportabili, eccessive, addirittura fastidiose, ma intanto voi avete attinto alle sue grazie; e in alcuni casi ripetutamente e con una certa soddisfazione. Con la donna-profumiera tutto ciò è impossibile. Attenzione: non bisogna assolutamente confondere la donna-profumiera con altre tipologie di donna che non la danno (scusate il gioco di parole), come ad esempio la donna-monaca, la donna-racchia, la donna-frigida e altre analoghe categorie. Per due buonissimi motivi. Prima di tutto, la donna-profumiera la dà. Ma non a voi. Né ora, né mai. Poi la donna-profumiera gioisce nel non darvela. Lei non si limita a negarvela, a respingervi, a tenervi lontano, a resistere alle vostre advance. No. Lei ve la fa annusare. Sempre e rigorosamente da lontano, si intende, hai visto mai voleste avvicinare pericolosamente il naso. E usa delle tecniche specifiche per portarvi alla follia da profumaggio. I più giovani e inesperti tra di voi potrebbero avere la tentazione di chiedersi “perché?”. Ma la risposta è semplice: la donna-profumiera è insicura. Ha bisogno di voi, della vostra adorazione, di essere la vostra droga, di potervi comandare a bacchetta, di vedervi pronti a tutto per lei, nella speranza di un evento che non si verificherà mai. Non con voi, quanto meno. Perché come detto prima o poi la donna-profumiera, come la pupa si trasforma in farfalla, evolverà in una delle categorie che già conoscete bene, facendo felice prima e infelice poi un uomo. Un altro uomo, si intende. Talvolta la donna-profumiera, soprattutto in età giovanile, subisce questa metamorfosi in parallelo. E quindi mentre con voi profumeggia, con un altro recasi in camporella per dispiegare le ali e diventare finalmente la donna-geisha che ha sempre sognato di essere. In questi casi l’uomo implume può avere l’illusione che basti seguire la scia, per mettere poi la freccia e arrivare a meta. Niente di più sbagliato; perché la donna-profumiera potrebbe avere un numero illimitato di fidanzati e non concederebbe comunque le sue grazie al suo profumatissimo uomo che la adora, anche perché sa bene che nel 99% dei casi egli scomparirebbe subito dopo alla velocità della luce. La donna-profumiera può esistere in natura in diverse gradazioni. La più diffusa è la profumiera totale, di solito una giovane donna che dal primo istante mette in chiaro di volere solo una bella amicizia con il profumato, ma lasciando intendere che magari…in un remoto futuro… E mentre il disgraziato si fa irretire da questa falsissima, sottintesa promessa, lei gli racconta tutti i suoi amori, con dovizia di particolari, e spiegazione dettagliata di tecniche di kamasutra. Ma tutto sommato la profumiera totale è un tipo abbastanza onesto di donna-profumiera. Ci sono invece quelle più subdole, magari di età non proprio adolescenziale, le quali sanno bene che a un uomo che abbia superato i venti anni non basta più un’idea di profumo. Allora magari si lasciano andare a qualche bacio, una pomiciatina al cinema durante un film dei Vanzina, nei casi più carogna anche degli accenni di paradiso. L’uomo che venga così profumato è convinto che con la costanza, il servilismo, e le sue indubbie doti intellettuali e fisiche (che non possiede, altrimenti avrebbe già concluso) possa prima o poi trasformare la donna-profumiera nella sua donna-tuttosesso. Non sa, il disgraziato, che di questi casi la rivista Nature ne segnala in tutto cinque o sei, un paio nel Borneo e gli altri in Amazzonia, ma nessuno nei paesi OCSE. Va da sé che quando il poveraccio si sarà finalmente consumato di desiderio (e di altro) la donna-profumiera lo abbandonerà al suo destino, veleggiando gaiamente verso un’altra vittima.
Come individuarla per tempo: tre, questo è il numero magico. Recenti studi epidemiologici sulla popolazione femminile mondiale hanno stabilito con una precisione di sei sigma che se non ve l’ha data entro tre uscite, non ve la darà più. Come liberarsene: la donna-profumiera non è sola nel suo ecosistema. Sicuramente ha tra le sue amiche una donna-tuttosesso. Individuatela, o fatevi individuare, e salutate per sempre la profumiera. La vostra vita sarà bellissima. Per poco, cioè.
Edited by Saisontor - 14/2/2016, 11:35
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